26/02/12

Il prigioniero del cielo, la prima pagina

Ho sempre saputo che un giorno sarei tornato su queste strade per raccontare la storia dell'uomo che ha perso l'anima e il nome tra le ombre di quella Barcellona immersa nel torbido sonno di un tempo di cenere e silenzio. Sono pagine scritte con il fuoco al riparo della città dei maledetti, parole incise nella memoria di colui che tornò dal mondo dei morti con una promessa scolpita nel cuore e il prezzo di una maledizione. Il sipario si alza, il pubblico tace e, prima che l'ombra che grava sul suo destino discenda dal macchinario teatrale, una compagnia di bianchi spettri entra in scena con una commedia sulle labbra e la benedetta innocenza di chi, credendo che il terzo atto sia l'ultimo, ci viene a raccontare una favola natalizia senza sapere che, mentre gira l'ultima pagina, l'inchiostro del suo fiato lo trascinerà in maniera lenta e inesorabile nel cuore delle tenebre.

Julian Carax, El Prisionero del Cielo
(Editions de la Lumiere. Paris. 1992)