02/12/11

Intervista a Carlos Ruiz Zafón: ritorno al Cimitero dei Libri Dimenticati





Esce il nuovo libro dello scrittore catalano, El prisonero del cielo (il prigioniero del cielo ndt) terzo capitolo della serie del cimitero dei libri dimenticati. Dopo i best sellers   L'ombra del ventoIl gioco dell'angelo  . Scopriamo i segreti di un grande successo editoriale in un'intervista apparsa sul quotidiano spagnolo Abc.



Si dice che i suoi romanzi abbiano qualcosa di Borges, delle atmosfere alla Dickens.. Lei come accoglie questi paragoni tanto lusinghieri?



Uno scrittore deve rispettare tanto le lusinghe, quanto i giudizi critici, ma senza prestarvi troppa attenzione. È meglio continuare a essere obiettivi sul proprio lavoro, esserne il primo e l'ultimo giudice. Alla fine di ogni giornata si resta da soli con la propria coscienza. Le lusinghe fanno piacere, ma ognuno deve conservare il proprio "radar": sapere da dove viene e dove sta andando, senza aspettare che qualcun altro glielo dica.



Che cosa troveremo in El prisionero del cielo?



Un libro che si ricollega al mondo del Cimitero dei Libri Dimenticati, forse più vicino a L'ombra del vento che a Il gioco dell'angelo, sia nel tono, sia nell'esperienza che ne avranno i lettori. Un romanzo dinamico, in un certo senso divertente, che vuole trasmettere emozioni, avventura, humour, magia e amore. Più agile e leggero de Il gioco dell'angelo, il volume più oscuro e difficile dei quattro, El prisionero del cielo permette di reinterpretare i due libri precedenti della serie. Le cose che i lettori hanno trovato confuse o ambigue ne Il gioco dell'angelo - il significato, ma anche il modo in cui si conclude - vengono chiarite. È il romanzo di Fermín Romero de Torres, in cui si svelano finalmente le caratteristiche che costituiscono il personaggio.











Questi quattro romanzi sono ora diventati la serie del Cimitero dei Libri Dimenticati. Si aspettava che sarebbero stati ribattezzati così?



Quel nome è sempre stato lì. Fin dall'inizio, ogni volta che cercavo di spiegare la mia idea di scrivere quattro libri indipendenti ma collegati tra loro, dicevo che il cuore di quell'universo era proprio il Cimitero dei Libri Dimenticati. Quindi immagino che questo ciclo non potesse chiamarsi in nessun altro modo.



Stavolta è trascorso meno tempo del solito tra l'uscita di un libro e del seguente..



L'ho detto anche prima, il momento più duro è stato quello de Il gioco dell'angelo. Da lì in poi la vicenda e l'azione accelerano, tutto inizia ad andare al proprio posto e la serie si carica di forza e mordente. Mi piaceva l'idea di uscire da quel tunnel.



Ne Il gioco dell'angelo compariva il personaggio del diabolico editore francese Corelli, stavolta invece siamo alle prese con Mauricio Valls, gerarca della cultura franchista dal torbido passato. Si è ispirato a qualche personaggio reale?



Valls è un personaggio molto particolare, con una personalità davvero sfaccettata. In un certo senso parte di lui incarna molte delle cose che vediamo nella nostra società, nei meccanismi del potere, della vita pubblica, della "versione ufficiale" che ci vogliono vendere. Con lui ci troveremo faccia a faccia con buona parte delle torbide regole del gioco della vita.



El prisionero del cielo presenta una trama molto dialogata e veloce, con un finale che suona proprio come un "Continua...". I lettori vorranno sapere, prima o poi, come si concluderà questa tetralogia..



Sono abbastanza sicuro che non dovranno attendere molto. La storia ha già imboccato la traiettoria finale, e ci sono già tutti gli elementi di tensione che porteranno allo scioglimento e al gran finale. E poi è una cosa che sento anch'io come autore: mi piace sempre tornare in quel mondo, soprattutto ora che si sta per innescare il gran finale delle danze.



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