28/11/09

Cristina



Cristina rimase immobile a guardarmi. Le incrinature sotto i suoi piedi si espandevano come un'edera di capillari neri. Il ghiaccio cedeva sotto i miei passi e caddi bocconi.

«Ti amo» la sentii dire.

Mi trascinai verso di lei, ma la rete di crepe mi cresceva sotto le mani e la circondò. Ci separavano solo pochi metri quando sentii il ghiaccio rompersi e cederle sotto i piedi. Delle fauci nere si spalancarono e la inghiottirono come un pozzo di catrame. Appena scomparve sotto la superficie, le lastre di ghiaccio si ricomposero sigillando l'apertura nella quale Cristina era precipitata. Spinto dalla corrente, il suo corpo scivolò un paio di metri sotto la lastra di ghiaccio. Riuscii a trascinarmi fin dove era rimasta imprigionata e colpii il ghiaccio con tutte le mie forze. Cristina, gli occhi aperti e i capelli ondeggianti nella corrente, mi osservava dall'altro lato di quella lamina traslucida. Picchiai sul ghiaccio fino a ridurmi inutilmente a pezzi le mani. Cristina non staccò mai gli occhi dai miei. Appoggiò la mano sul ghiaccio e sorrise. Le ultime bolle d'aria le sfuggivano ormai dalle labbra e le sue pupille si dilatarono per l'ultima volta. Un secondo dopo, lentamente, cominciò ad affondare per sempre nell'oscurità.




2 commenti:

  1. Una pagina mozzafiato questa. Una descrizione così minuziosa da immaginare tutto, si ha la sensazione di essere lì a guardare... Surreale e meravigliosa.

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  2. ti passano i brividi...e le lacrime non smettono di scendere e bagnarti le guancia bollenti...mi sentivo di essere io al posto di martìn, e vedere come la bellissima cristina mi sorride , invece  la mia presenza è inutile, perche non posso fare più nulla........il mio amore non c'è più..............

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