"Miquel Moliner era un ragazzo malinconico che nutriva un interesse morboso per tutto ciò che riguardava la morte. Sua madre era deceduta tre anni prima in uno strano incidente domestico che un medico insipiente aveva osato definire suicidio. Era stato Miquel a trovare il cadavere nel pozzo della villa estiva di famiglia, ad Argentona. Dopo aver ripescato il cadavere, si scoprì che le tasche del cappotto della donna erano piene di pietre. C'era anche una lettera scritta in tedesco, la sua lingua materna, che il signor Moliner, il quale non si era mai dato il disturbo di impararla, bruciò immediatamente senza permettere a nessuno di leggerla. Miquel Moliner scorgeva la morte: tra le foglie secche degli alberi, tra gli uccellini caduti dal nido, in mezzo ai vecchi e nello scrosciare della pioggia. Era molto portato per il disegno e spesso lo si vedeva davanti a un foglio con un carboncino in mano, intento a raffigurare sempre la stessa donna sullo sfondo nebbioso di una spiaggia deserta, una donna che Julián im-maginava fosse la madre.
«Cosa farai da grande, Miquel?»
«Io non diventerò grande» rispondeva."
«Cosa farai da grande, Miquel?»
«Io non diventerò grande» rispondeva."